Passeggiate in Val di Susa: Almese e il giro dei piloni
- unblogditurismo
- 28 mag 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Lo scorso week-end siamo partiti per un'altra passeggiata all'insegna della ri-scoperta. Anche se la giornata non era splendida ne è valsa la pena.
Questa volta siamo rimasti ad Almese. Per chi arriva da Torino è uno dei primi paesini della Valle di Susa da cui si diramano numerosi sentieri immersi nella natura.
Oltre al patrimonio sentieristico, Almese porta sul suo territorio notevoli tracce di un passato ben lontano dai nostri tempi: i resti di una villa romana risalente al I secolo d.C. e di un antico ricetto medievale di cui ancora oggi si può ammirare l'antica struttura tipicamente piemontese.
Ma il nostro itinerario, questa volta si rivolge ad un altro tipo di attrazione che poco si tiene in considerazione nella tradizione e nel patrimonio di un territorio. Così oggi vogliamo riscoprire Almese inseguendo gli antichi piloni e cappelle che popolano le borgate di questo paese all'imbocco della Valle di Susa.
Preparate zaino, acqua e scarpe comode perchè il percorso che state per affrontare vi farà sgambettare non poco!
Il nostro percorso inizia in prossimità di uno dei ponticelli almesini che si stagliano lungo tutto il Torrente Messa. Siamo davanti alla cappella di Sant'Anna, una chiesetta bianca proprio di fronte a Piazza Martiri della Libertà, la piazza del comune.
Si parte. Ci incamminiamo verso la piazza fino ad arrivare ad un ponte simile a quello di prima, ma un po' più antico. Non sono neanche 5 minuti che ci siamo messi in marcia che subito incontriamo il primo pilone della nostra passeggiata. Proseguiamo su Via Rocci costeggiando una viuzza ciottolata. Anche qui non abbiamo il tempo di distrarci che sulla sinistra ci imbattiamo nel secondo. Dopo una piccola salita un po' faticosa ci fermiamo per un respiro e alziamo lo sguardo sui tetti di Almese: in lontananza il Monte Pirchiriano con la Sacra di San Michele e sulla destra Rocca Sella.
Raggiungiamo la collinetta della Chiesa Vecchia (Santuario Maria Madre della Chiesa), un tempo la chiesa del paese, con la sua grande croce.
Ci avviciniamo al campanile per ammirarlo più da vicino e da un piccolo sentiero proseguiamo sulla strada asfaltata. Seguiamo le indicazioni per Borgata Fucinassa. Il nome deriva da "fucina", infatti nei pressi del borgo è ancora possibile vedere la struttura che ospitava un antico tornio per la lavorazione del ferro.
Saliamo ancora un po' ed eccoci a Borgata Gambabosco. Un altro pilone è qui ad attenderci.
Passiamo vicino alle case e ad un piccolo roseto in fiore e ci inoltriamo nel bosco, sul sentiero che ci guiderà fino all'imbocco di una strada asfaltata dove ci aspetta il nostro quarto pilone.
Camminare, si sa, fa anche riflettere.
Sapete da dove deriva la tradizione dei piloni?
Queste piccole strutture sono le testimonianze di un culto popolare che si è tramandato nei secoli. Solitamente costruiti in segno di ringraziamento o ex-voto. Nell'uso di tutti i giorni, invece, erano uno strumento di aggregazione per unire i fedeli in preghiera. Ma ancora più interessante: hanno nomi diversi nelle regioni italiane! In Piemonte li chiamiamo piloni, ma in Emilia Romagna sono conosciuti come "maestà" e il Lombardia come "sentinella".
Una struttura particolare, quella che ci troviamo davanti e forse il più particolare tra quelli incontrati. Appena lo si nota non sembra essere molto diverso dai precedenti, ma se imboccate il sentiero che prende forma tra gli alberi vi accorgerete che al di sotto si nasconde la versione antica del capitello. Tre figure leggermente sbiadite e anche un po' misteriose, sono ancora visibili al suo interno
Il sentiero nel bosco riprende, un piccolo guado da attraversare e ci ritroviamo su una piana alberata che ci conduce alla nostra prima meta: Madonna della Neve
Una scalinata un po' incolta ci conduce a questa chiesetta con una bella facciata a tre arcate e un campanile di mattoni. Un bel prato verde, alcune indicazioni interessanti da tenere a mente per passeggiate future: il Pilone della Costa, Madonna della Bassa e Taisonera.
Sarebbe bello fermarsi ancora un po', ma non siamo neanche a metà della nostra caccia al tesoro. Mentre riprendiamo la strada segniamo anche il quinto pilone.
Proseguiamo verso Via Sonetto fino ad arrivare in Borgata Bunino. La riconoscerete grazie al grazioso stemma che ne porta il nome. Prima di proseguire, dobbiamo fare una piccola deviazione per incontrare il sesto pilone e poco più avanti la chiesetta giallo-arancione dedicata a San Luca.
Torniamo sui nostri passi. Non mancate di guardarvi intorno! Siamo proprio alle pendici del Mont Curt e anche il monte del Pilone della Costa è ben visibile.
Usciamo dalla borgata fino ad arrivare ad una strada sterrata, seguendo il sentiero, ad un certo punto, ecco un'altra chiesetta, Santa Maria delle Grazie,in mezzo al bosco.
Prendiamo il sentiero sulla destra. Vedrete un alternarsi di sentierini e tratti di strada asfaltata. Mentre camminiamo ci imbattiamo in quello che sembra un antico ponticello che un tempo era l'unica strada che attraversando il torrente collegava le borgate.
Continuiamo a camminare fino a raggiungere sulla sinistra l'imbocco della Taglia Fuoco. Segnatevi anche questa perchè si tratta di un altro percorso per passeggiate nella natura! Proprio qui incontriamo il settimo pilone e poco più avanti quello successivo.
Siamo in Borgata Morsino. Qui si incontrano dettagli particolari oltre a numerosi coniglietti liberi di mangiucchiare nel prato di una cascina.
Ecco la chiesetta della borgata. Intravedendola, l'occhio cade subito sull'antico pozzo annesso alla struttura.
Continuiamo a camminare e in poco tempo siamo di nuovo immersi nella natura: un largo sentiero costeggiato da un'antica mulattiera da dove nascono frondosi alberi che regalano una bella frescura.
Stiamo arrivando a Rivera. Una delle frazioni di Almese e ci accoglie subito una chiesetta gialla con il suo particolare campanile.
Almese non è più molto distante e nonostante la stanchezza che comincia a farsi sentire abbiamo voglia di collezionare ancora un paio di piloni. Mentre ci dirigiamo verso la salita, sulla nostra sinistra svetta la chiesa di Santo Stefano.
Da quassù sembra un'imponente cattedrale.
Mentre saliamo approcciamo via della Roccia ed ecco, a poca distanza, altri due piloni.
Finalmente un po' di discesa.
Attenzione a questo tratto! Se il tempo è bello, la vista incorniciata da due querce secolari vi regalerà un panorama degno di nota sulle montagne.
Poco più avanti ci imbattiamo in un pilone che ritrae una Madonna con Gesù bambino incorniciato da piccole rose rosa.
Ormai davanti a noi si staglia la Torre del Ricetto San Mauro.
L'antico borgo è ancora ben visibile. Se un tempo era un luogo strategico, oggi è sede di mostre e attività culturali.
La stanchezza si fa sentire, ma siamo quasi giunti alla fine.
Proseguiamo dritto verso il centro di Almese. L'inizio della strada ciottolata di sanpietrini segna il nostro traguardo.
L'ultimo pilone all'angolo tra Via Rocci e Via San Sebastiano.
E infine ecco di nuovo, al limitare del ponte, il nostro punto di arrivo, nonchè la chiesetta di Sant'Anna dalla quale siamo partiti, segnando così un itinerario circolare alla ricerca dei piloni almesini.
Ecco il percorso
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