Alla scoperta del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè: Pian Cervetto e Pian dell'Orso
- unblogditurismo
- 8 giu 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 9 giu 2020
Il Parco Naturale Orsiera Rocciavrè si trova a cavallo tra la Valle di Susa e la Val Sangone estendendosi fino alla Val Chisone. Il parco prende il nome dall'omonimo massiccio. Dal 2012, insieme ai parchi dei Laghi di Avigliana, il Gran Bosco di Salbertrand e la Val Troncea, il parco Orsiera è inserito nell'Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie.
Le bellezze di questo parco includono una grande varietà di flora e fauna e anche importanti testimonianze storiche, tra cui il Forte di Fenestrelle: la più imponente struttura fortificata d'Europa, seconda solo alla Muraglia cinese!
Era da un po' che volevo rivedere e riscoprire i boschi e i panorami di questo luogo.
Le mie due passeggiate si sono concentrate in territorio valsusino. In particolare, tra i comuni di San Giorio, Bussoleno e Villarfocchiardo.
Pian Cervetto e il Rifugio O. Amprimo
Questa è una tipica passeggiata domenicale da organizzare per l'intera giornata o per una merenda al rifugio.
Il 2 giugno, appunto, nel pomeriggio siamo partiti per goderci un po' di natura prima di riprendere a lavorare. Arrivati a San Giorio siamo saliti da una bella strada asfaltata, con diversi tornanti per le borgate del paese, per raggiungere località Cortavetto dove abbiamo lasciato la macchina. La nostra prima destinazione è il Paradiso delle Rane.
Un bel nome per un bel laghetto dove le rane sono le protagoniste e dove si possono vedere gli alberi di maggiociondoli in fiore. Proprio da qui inizia un bel percorso immerso in un fitto bosco di faggi. Ci incamminiamo sul sentiero, una tranquilla passeggiata con tratti panoramici sulla vetta più alta della Valle di Susa: il Rocciamelone. Un'imponente vetta ambita dai tempi più antichi.
In passato era considerata, dagli abitanti e dai pellegrini che transitavano sulla Via Francigena, la vetta più alta delle Alpi. Un'affermazione presto smentita. Si sono però susseguiti altri fatti degni di nota, nel corso della storia, che hanno visto la vetta protagonista.
Il più interessante è sicuramente quello che riguarda le vicende del famoso trittico dedicato alla Madonna, che ne segna anche la prima ascesa alla vetta, il 1° settembre 1358. Questa storia inizia con il rapimento, da parte dei turchi, del crociato astense Bonifacio Rotario, il quale si affida alla protezione della Vergine. Promette quindi di dedicarle un'opera sulla prima vetta vista sulla strada verso casa. Una volta liberato mantiene il suo voto e con l'aiuto di alcuni portatori, arrivato in cima ripone in una grotta scavata nella roccia un trittico di bronzo realizzato a Bruges. Qualche secolo dopo, un tale conosciuto come "il matto di Novaretto" durante un pellegrinaggio al Rocciamelone porta via la preziosa opera per donarla al Duca di Savoia che risiedeva al Castello di Rivoli. Oggi si trova presso la cattedrale di San Giusto a Susa.
Uscendo dal bosco, il sentiero ci conduce ad un'ampia radura in cui si trova il Rifugio Onelio Amprimo. Il luogo perfetto per un pranzo a base di polenta e spezzatino o un soggiorno immerso nella natura.
Proseguiamo su un piccolo sentiero che conduce in cima ad un collina dalla quale la vista sulle montagne e sui prati verde brillante è un piacere per gli occhi!
Pian Cervetto non è solo un punto di sosta, ma è anche un perfetto punto di partenza per tantissime passeggiate che fanno parte dei percorsi del Giro dell'Orsiera.
Pian dell'Orso e Punta Salancia
Una passeggiata in famiglia con partenza alle prime luci del mattino.
Siamo nel comune di Villarfocchiardo, risaliamo le borgate del paese attraverso una strada inizialmente asfaltata che poi diventa sterrata quando ci avviciniamo al parcheggio. Superiamo solo per il momento la Certosa di Montebenedetto e dopo ancora qualche curva lasciamo la macchina in prossimità di alcune capanne di proprietà di un pastore. Qui inizia la nostra passeggiata verso Pian dell'Orso.
Giugno è il periodo perfetto perchè è il mese della fioritura dei rododendri selvatici. Cespugli di fiori rosa acceso che tappezzano la montagna di colore, in contrasto con il verde brillante dei prati.
Un percorso un po' in salita, ma molto panoramico ci conduce a Pian dell'Orso. Ecco una piccola radura fiorita che ospita una graziosa cappella solitaria costruita nel 1841. Il panorama qui è quasi a 360°: dal Rocciamelone al Musinè su un versante e la Val Sangone e il massiccio del Rocciavrè sul quello opposto.
Pian dell'Orso culmina con una cresta spartiacque che divide appunto la Val di Susa e la Val Sangone. Percorriamo il tratto della cima per raggiungere Punta Salancia.
E' un percorso un po' insolito e leggermente esposto, ma ne vale la pena. Dopo circa una quarantina di minuti e l'incontro con una masso dalle sembianze umane raggiungiamo la nostra meta.
Il Massiccio dell'Orsiera è in primo piano, tanto che se ne distinguono chiaramente le cime: il Rocciavrè con le sue due punte sporgenti; la Cristalliera la vetta più alta; le due vette minori il Malanotte e il Pian Paris; il Villano, la punta più ambita e difficoltosa.
Da qui l'occhio arriva fino alla collina di Torino e oltre, passando per Giaveno e sempre presente come un faro il Monte
Pirchiriano: da qui si mostra da una prospettiva insolita per chi, come me, è abituato a vedere la Sacra di San Michele dalla facciata frontale. Finita la contemplazione si ritorna verso Pian dell'Orso, questa volta passando dal sentiero più tradizionale. I prati sono in fiore: il viola è il colore predominante dato dalle Viole e dalle Genzianelle; l'azzurro dai Nontiscordardime e il rosa dai primi Rododendri.
Il parco è composto da una grande varietà di flora e fauna. Questa caratteristica è facilmente osservabile, basta pensare alla varietà di fiori appena elencati e alla facilità di incontrare stambecchi sulle vette più alte. Noi abbiamo avuto il piacere di intravedere una cerva con il suo piccolo e la curiosità di osservare i grandi formicai incontrati sul sentiero.
Ritornati alla macchina facciamo un'ultima tappa per visitare la Certosa di Montebenedetto.
L'ultimo esempio rimasto in Europa di certosa "primitiva", cioè tipica dell'epoca basso medievale. Tutt'intorno i maggiociondoli sono quasi in fiore, le mucche pascolano felici nei prati e l'acqua del torrente scorre veloce.
E' ora di tornare a casa, ma con la voglia di scoprire presto nuovi sentieri e panorami tra i boschi e le vette del parco Orsiera.
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